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Il relitto del Moby Prince dove nel 1991 morirono bruciate 140 persone

Moby Prince: Livorno ricorda il più grande disastro della marineria civile. Ci furono 140 morti

Il relitto del Moby Prince dove nel 1991 morirono bruciate 140 persone
Il relitto del Moby Prince dove nel 1991 morirono bruciate 140 persone (Foto d’archivio)

LIVORNO – Dopo 32 anni, Livorno ha celebrato la tragedia della Moby Prince. “Per non dimenticare”. Si tratta del più grande disastro della marineria civile italiana che si consumò a poche centinaia di metri dalla costa della città e in cui ci furono 140 morti, un solo superstite, nessun colpevole.

A dare il via alle cerimonie la deposizione di una corona presso il monumento in ricordo delle vittime, poi in cattedrale la funzione religiosa e, alle 14.30 l’appuntamento a Palazzo civico con il saluto del sindaco Luca Salvetti alle autorità ed ai familiari delle vittime.

“Ogni 10 aprile noi rinnoviamo un patto, lo facciamo con noi stessi e con tutti quello che in un modo o nell’altro in questi 32 anni abbiamo conosciuto, e con i quali abbiamo condiviso emozioni, dolore, speranza e rabbia – ha detto Salvetti -. Il patto chiaro, non scritto, ma indelebile nei nostri cuori e nella nostra mente è quello di continuare a ricordare la morte di 140 persone, di spingere perché la verità sia resa chiara e di conseguenza la giustizia possa dare una risposta”.

Nel pomeriggio il corteo che da Piazza del Municipio è arrivato all’Andana degli Anelli, al Porto mediceo, per la deposizione del cuscino di rose del presidente della Repubblica e della corona di alloro. Dopo la lettura dei nomi delle 140 vittime, sono state lanciate rose in mare come accade da più di 30 anni ormai.



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