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Mps: Profumo e Viola assolti in appello. Il titolo balza a + 2,78%. Annullati risarcimenti e multe

MILANO – “Il fatto non sussiste”. Con questa motivazione, i giudici della seconda corte d’Appello di Milano hanno assolto, in uno dei filoni milanesi del processo MPS, Alessandro Profumo, ex presidente della banca senese, l’ex amministratore delegato di Rocca Salimbeni, Fabrizio Viola, e Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale dell’istituto.

E’ stata così ribaltata la sentenza di primo grado della condanna, inflitta in primo grado lo scorso il 15 ottobre 2020, a 6 anni di carcere per Profumo e Viola accusati di aggiotaggio e per false comunicazioni rispetto alla semestrale 2015 e a 3 anni e 6 mesi, invece, per Salvadori.

Il ribaltamento della sentenza di primo grado della condanna ha spinto immediatamente il titolo in Borsa che ha raggiunto quota +2,78% a 3,362 euro per azione

Nel processo di secondo grado, il pg Massimo Gaballo aveva chiesto la nullità della condanna di Salvadori per incompetenza territoriale: a doversene occupare doveva essere Siena. I giudici d’appello hanno anche annullato la richiesta delle sanzioni che per quanto riguardano MPS, responsabile per la 231 sulla responsabilità degli enti (pari a 800mila euro di multa, più il pagamento delle spese legali).

Il processo riguarda la presunta rappresentazione non corretta nei conti della banca dei derivati Alexandria e Santorini nei bilanci dal 2012 alla prima semestrale 2015. Per la pubblica accusa, i derivati furono sottoscritti per coprire una perdita di 2 miliardi di euro derivante dall’operazione di acquisto di Antonveneta.

PROFUMO – “Sono molto contento anche per la banca, dopo otto anni di sofferenza si chiude questa penosa e triste vicenda”. Sono le prime parole a caldo di Alessandro Profumo, visibilmente emozionato, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano che lo ha assolto dalle accuse di false comunicazioni sociali e aggiotaggio nel processo per la presunta errata contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini nei bilanci del Monte dei Paschi di Siena.

Rispondendo a una domanda dei giornalisti, Profumo ha aggiunto: “Si è chiusa perché il fatto non sussiste e mi sembra un fatto abbastanza indicativo”.

RISARCIMENTI ANNULLATI – Con le assoluzioni pronunciate dalla Corte di appello di Milano, sono state revocate anche le sanzioni pecuniarie di 2,5 milioni di euro in solido ad Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente e ad diMps, e la multa da 800 mila euro inflitta dal Tribunale alla banca. I giudici della seconda sezione penale hanno revocato, inoltre, i risarcimenti nei confronti delle oltre 2 mila parti civili, che dovevano essere liquidati in separato giudizio.

CODICI – Incredulità ed amarezza nell’associazione Codici per la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano sulla vicenda Mps. Di fatto ribaltata la condanna in primo grado per gli ex vertici.

“Su questa vicenda la magistratura perde di credibilità – dice Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – Con queste assoluzioni il cittadino perde ogni fiducia nella giustizia. Tra l’altro, e questo non è un aspetto da sottovalutare, in questi processi non fanno costituire le associazioni dei consumatori in qualità di parte civile, in quanto temono che vengano criticate le scelte processuali”.

ANALISTI – L’assoluzione di Profumo e Viola nel processo di appello sui derivati Mps “può innescare la riclassificazione di un massimo di 2,9 miliardi di euro di petitum” legato alle informazioni finanziarie date da Siena al mercato.

“Ora il prossimo catalizzatore è rappresentato dei risultati del quarto trimestre 2023, quando sarà annunciato il rilascio delle riserve”, che può oscillare tra un “minimo” di 200 milioni e un massimo di 550 milioni, nel caso in cui oltre a un miliardo di euro di richieste giudiziarie dovessero essere riclassificati anche 1,9 miliardi di reclami extragiudiziali.

Lo affermano gli analisti di Mediobanca commentando la decisione della Corte d’Appello di Milano. Secondo Intermonte “il punto non è il rilascio degli accantonamenti”, certamente “un buon risultato” ma “il miglioramento del turnaround che dovrebbe emergere a partire da ora”.

“Ci sono circa un miliardo di accantonamenti legali che posso essere rilasciati, che equivalgono circa a 200 punti base di Cet1 dall’eccezionale 17% del terzo trimestre 2023” Inoltre “d’ora in avanti Mps può generare organicamente 200 punti base di Cet1 all’anno che dà un’impressionante spinta alla prospettiva di M&A”. Con la banca “in una forma migliore per trovare un partner, ci chiediamo perché il governo dovrebbe vendere…”

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