Femminicidio Pamela Genini: resta in carcere Soncin. Il gip: “Può uccidere ancora”

MILANO – Resta in carcere Gianluca Soncin accusato dellper l’omicidio pluriaggravato della 29enne Pamela Genini, uccisa martedì 14 ottobre 2025, con 24 coltellate. Lo ha deciso il gip di Milano Tommaso Perna che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare, come richiesto dalla pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunta Letizia Mannella nelle indagini condotte dalla Polizia. Il giudice ha confermato tutte le aggravanti contestate: premeditazione, stalking, futili motivi, crudeltà e relazione affettiva.
Il 52enne ha messo in atto una “spedizione” punitiva nella casa milanese della 29enne e aveva deciso di ucciderla “almeno una settimana prima”, quando si è procurato il “duplicato delle chiavi”. Per il gip, davanti a cui l’uomo stamattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è mostrato distaccato, quello che ha commesso è un omicidio premeditato. Perché la “decisione di uccidere” non sarebbe maturata il giorno stesso, per via dell’intenzione di interrompere la relazione da parte della modella o durante un litigio di coppia. Quando l’imprenditore originario di Biella e residente a Cervia ha fatto irruzione dentro l’appartamento al secondo piano di via Iglesias 33, con il coltello serramanico che si era portato appresso, ha realizzato che era “impossibile” riallacciare il rapporto ed è tornato al “piano originario”. Quello di “toglierle la vita”. “Ben prima” di entrare nell’appartamento Soncini aveva maturato il suo proposito, tradotto dal giudice con le parole “o con me o con nessun altro”. Una motivazione talmente “futile e bieca” da non meritare “alcun tipo di umana comprensione”.
Soncin deve restare a San Vittore, anche perché potrebbe fuggire e uccidere ancora, avendo già minacciato di morte anche la madre della vittima. La sua “follia omicidiaria” potrebbe scatenarsi contro l’ex fidanzato di Pamela Genini, che martedì sera era al telefono con lei e ha avvisato le forze dell’ordine, il testimone chiave delle vessazioni subite dalla donna. Così come potrebbe tentare di inquinare le prove. Nel frattempo la Procura di Milano ha disposto il sequestro di una decina di coltelli, simili ai cutter utilizzati per il femminicidio, trovati durante le perquisizioni nella casa di Cervia del 52enne. Gli agenti hanno rinvenuto anche 4-5 pistole scacciacani e un terzo mazzo di chiavi che, per il momento solo all’apparenza, sembra simile alla copia che l’uomo si era procurato poche settimane fa e ha utilizzato per tendere l’agguato dentro l’appartamento di via Iglesias.
Gli inquirenti cercano di capire se una delle scacciacani possa essere l’arma utilizzata dall’imprenditore ad agosto 2025 per puntarla al ventre della modella mentre lei si trovava da lui in Romagna, costringendola alla fuga a bordo di un taxi. Agli atti c’è anche la relazione dell’ispezione cadaverica condotta dal medico legale sul corpo della giovane, mentre deve ancora essere fissata l’autopsia disposta dalle pm.
