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Renzi conferma: «Gli 80 euro arriveranno». Ecco dove li troverà

Matteo Renzi Consiglio dei Ministri
Matteo Renzi Presidente del Consiglio dei Ministri

Con gli 80 euro in busta paga a maggio «gli italiani avranno la 14ª grazie all’operazione di questo governo. È giustizia sociale: in questi anni alcuni hanno preso tanto. Troppo. Ad esempio i manager pubblici. Che ora non potranno prendere più di quanto prende il Presidente della repubblica». Queste affermazioni del premier Renzi costituiscono la sintesi più efficace del documento di economia e di finanza approvato dal Consiglio dei Ministri. Infatti il taglio dell’Irpef previsto dal documento permetterà di sostenere circa dieci milioni di persone.«Mettere 80 euro nelle tasche di chi guadagna 1.500 euro è rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani, anche restituire un minimo di speranza e fiducia. È un passaggio decisivo», ha detto Renzi.

MANAGER – Renzi spiega che la riduzione del tetto di stipendio per i manager pubblici è sacrosanta: «238 mila euro per chi lavora nel pubblico è più che sufficiente, è un elemento di limite che ci vuole, in questi anni si è totalmente sforato». E ancora: «Il 10 per cento della retribuzione la si prenderà solo se il paese va bene come le stock options nelle aziende. Non è possibile che un manager prenda un premio massimo se il paese va a rotoli. Da adesso inizia a pagare chi non ha mai pagato, è un’operazione di giustizia sociale».

PRIVATIZZAZIONI – Si è data un‘accelerazione sulle privatizzazioni (12 miliardi previsti per il 2014), è previsto il raddoppio dell’imposta sulle plusvalenze delle quote Bankitalia e un auspicato taglio del 10% dell’Irap con le tasse sulle rendite. Le stime di crescita sono confermate: Pil 2014 allo 0,8% «diverso – spiega Renzi in conferenza stampa – dall’1,1% stimato prima», +1,3% nel 2015 e deficit entro il 2,6% come prevedono i parametri Ue.

COPERTURE – Quanto alle coperture Renzi ha spiegato che «2,2 miliardi arriveranno dall’ aumento del gettito Iva e dall’aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote Bankitalia (le banche contribuiranno perciò per un miliardo)» e andranno a sostenere il calo dell’Irpef, che nel complesso ammonterà a 6,7 miliardi.

IRPEF – Il decreto sul taglio dell’Irpef sarà presentato venerdì 18 «perché necessita del passaggio del Def in Parlamento che avverrà il 17». Il taglio del cuneo fiscale è di «10 miliardi e per il 2014 servono 6,7 miliardi, di cui 4,5 miliardi arriveranno dalla spending». Previsto anche un taglio dell’Irap per le aziende di almeno il 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.

IRAP – l’Irap sarà ridotta solo del 5% nel corso del 2014, visto che l’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie scatterà solo dal primo luglio e quindi consentirà di coprire solo la metà di quel 10% di riduzione d’imposta previsto a regime.

LAVORO – Il Ministro Poletti ha spiegato le finalità della politica del lavoro. «L’occupazione – ha chiarito Poletti – la crea l’economia se cresce e le imprese se investono, poi le regole aiutano». Il ministro ha ricordato che «noi stiamo facendo tutto il possibile per avere regole chiare, semplici che diano opportunità agli imprenditori e tranquillità ai lavoratori. È un lavoro complicato ma lo faremo».

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Bisogna avere «autorevolezza morale per poter dire anche che nel mondo della P.a. bisogna iniziare a stringere la cinghia – ha continuato Renzi- Confermo anche l’impegno dello “Sforbicia-Italia” e sulle municipalizzate».

IL SENATO – «Noi rispettiamo tutti, discuteremo ancora in dettaglio sulla riforma del Senato, che è arrivata a Palazzo Madama dopo la verifica del Colle ma non si rimette tutto in discussione come se dopo 20 anni sia ammissibile tornare da capo su ogni discussione». E sui tempi: «Entro il 25 maggio» il Senato batterà il «primo colpo sulla riforma del Senato e del Titolo V, che vuol dire anche eliminare “rimborsopoli”».

LE RIFORME – Le riforme «non sono solo un punto orgoglio di questo governo o un elemento fondamentale perché promesso ma una precondizione della ripresa economica. Senza non c’è credibilità» ha continuato il premier affermando che le riforme sono «un impegno morale assoluto da parte nostra». E ancora: «So che su questo tema ogni giorno c’è ne è una, capisco l’ansia di visibilità nel mio e in altri partiti. Ma al di là del bisogno di dimostrare che si esiste lanciando ipotesi non realizzabili confermo tutti gli impegni che ci siamo presi».

Come si vede, molta carne al fuoco, che dovrà essere cucinata nei prossimi mesi. Il Governo per ora mantiene le promesse di procedere a tappe forzate sulla strada delle riforme e della riorganizzazione della pubblica amministrazione. La prima promessa (80 € in busta paga a maggio) sembra poter andare in porto. Speriamo, per il bene dell’Italia, che si proceda così anche con le altre.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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