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Terremoto: don Louis Cangonga, originario del Congo, parroco di Arquata del Tronto, non conosceva il sisma

arquataARQUATA DEL TRONTO  – Quando la notte di mercoledì scorso ha sentito il letto nel quale dormiva agitarsi e squassarsi, don Louis Cangonga, parroco di Arquata del Tronto, non capiva di cosa potesse trattarsi. Originario della Repubblica democratica del Congo, 40 anni, non conosceva il terremoto. Non lo aveva mai sentito fino ad allora. “Ora so cos”è e ringrazio Dio per avermi salvato” ha detto.

Don Louis ha celebrato messa insieme al suo vescovo monsignor Giovanni D”Ercole nel grande tendone del campo di accoglienza di Arquata, normalmente utilizzato come mensa. Dalla notte del sisma il sacerdote dorme in auto perché la canonica è danneggiata. Così il presule ha chiesto per lui una tenda dove alloggiare. Trovando subito la disponibilità di protezione civile e Comune.

Finita la messa, don Louis ha ripercorso con l’ANSA quei “momenti di terrore” della notte del terremoto che ha portato devastazione tra Marche e Lazio. La sua canonica si trova a Trisungo, una frazione di Arquata del Tronto dove il sacerdote è parroco da cinque anni. “Dormivo nel mio letto – ha raccontato – che improvvisamente ha cominciato a muoversi. Non capivo cosa fosse ma intorno a me tutto crollava. Pensavo che la casa stesse per cadere”.

“Nel mio Paese – ha sottolineato il religioso – non avevo mai sentito il terremoto perché praticamente non ci sono e nemmeno qui mi era capitato”. La notte di mercoledì ha però conosciuto la forza del sisma. Il parroco si è così subito alzato ed è corso fuori di casa. “Ho avuto difficoltà – ha ricordato – per aprire tre porte. Muri e vetri cadevano su di me”.

Don Louis è riuscito comunque a uscire praticamente illeso dalla canonica. “Senza scarpe e con un pigiama leggero addosso” ha ricordato. “Una volta in strada – ha proseguito – ho visto i miei parrocchiani che mi hanno subito abbracciato. Mi hanno spiegato che era il terremoto e ho capito…”.

Il parroco ha subito avvertito il suo vescovo che si è immediatamente precipitato ad Arquata. Insieme hanno partecipato ai primi soccorsi. “Ho fede e fiducia in Dio – ha sottolineato don Louis -, se mi sono salvato è merito di Dio e della Madonna. E poi le difficoltà fanno crescere…”. Il parroco di Arquata avrà ora una tenda nella quale stare dopo le notti passate a dormire in auto. “Porterò con me il Santissimo Sacramento – ha spiegato don Louis – e celebreremo la messa ogni giorno”.

 

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