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Ammainato in quasi tutti i bagni il vessillo "No Bolkestein"

Spiagge, che fine ha fatto la Bolkestein?

Ammainato in quasi tutti i bagni il vessillo "No Bolkestein"
Ammainato in quasi tutti i bagni il vessillo “No Bolkestein”

I bagnanti più curiosi ci avranno fatto caso: dalle spiagge italiane sono sparite quasi del tutto quelle orribili bandiere nere con gli ombrelloni incrociati, che ricordavano un po’ un golpe di matrice fascista, un po’ il vessillo dei pirati rivisto e  corretto. Quella bandiera era il simbolo della rivolta degli “operatori balneari” contro la direttiva europea Bolkestein che aveva sancito che fosse illegittimo affidare per scadenza trentennale aree di demanio pubblico, come le spiagge.

Naturalmente, né gli operatori si sono rassegnati a competere in regolari gare di assegnazione – come prevedeva la normativa europea – né tantomeno hanno deciso di rinunciare alla lotta. Solo che nel frattempo la cosa si è risolta “all’italiana”, scontentando sia la Ue sia gli operatori, con una proroga delle concessioni demaniali marittime di cinque anni, dal 2015 al 2020.

La norma, contenuta nel cosiddetto “decreto sviluppo” varato nel dicembre scorso, è stata una sorta di mediazione fra la volontà europea (gare subito) e i 30 anni richiesti in precedenza dai relatori al provvedimento,  Simona Vicari (Pdl) e da Filippo Bubbico (Pd). Lo scorso 4 dicembre, la Commissione di Bilancio del Senato ha chiuso il tutto con proroga di cinque anni.

E visto che in Italia nulla è più definitivo di una proroga provvisoria anche la vis polemica dei balneari si è attenuta. E quasi tutti i “vessilli” neri sono stati ammainati. Con buona pace dei bagnanti che anche per i prossimi decenni continueranno a pagare salata l’abbronzatura con cifre intorno al migliaio di euro per una (in genere) fatiscente cabina, due sdraio e un ombrellone nel mese di agosto, piantati su un pezzo di suolo pubblico.

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