Il malore di Bersani e… le auto usate
E’ stata una giornata di festa quella del 5 gennaio per la mia famiglia e la notizia arrivata con notifica sul cellulare del malore di Pierluigi Bersani mi ha colpito e rattristato. Colpito perché, certamente, non me l’aspettavo; rattristato perché ho sempre immaginato che la “quasi-sconfitta” elettorale del Pd alle ultime politiche non fosse stato il suo ultimo atto nel palcoscenico della politica nazionale. E ancora lo credo, naturalmente.
Certo, non ho da spartire con Bersani un background politico-culturale comune, né sono legato a quel mondo ex comunista poi forzatamente portato a un più mite socialismo e alla sinistra democratica. Anzi, mai evento storico ho festeggiato con più gioia della caduta del Muro di Berlino, con la liberazione di centinaia di milioni di persone da un’ideologia folle e disumana, che ogni anno festeggiamo il 9 novembre come auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette alle più diverse forme di totalitarismo.
Eppure… eppure quel tranquillo signore emiliano – che professionalmente ho incrociato qualche volta e che ho vivamente criticato nelle posizioni politiche – mi infonde comunque sicurezza e tranquillità. Qualità che certo non possono essere definite aliene nelle credenziali che un leader dovrebbe avere.
Un vecchio adagio degli elettori americani sostiene che prima di scegliere un candidato per un incarico pubblico bisogna pensare se da quella persona ci fideremmo a tal punto da comprargli un’auto usata. Ecco, nel caso di Bersani sono sicuro che l’auto sarebbe perfetta, contrariamente a quelle degli auto-saloni di tanti briosi neo-attori dell’attuale quadro politico in tutti gli schieramenti.
A poche ore dalla complicata operazione chirurgica che Bersani ha subito, per lui mi viene in mente questo augurio: che possa tornare al più presto a vendere le sue auto nel mercato della politica. Io probabilmente continuerei a non comprarle, ma sono sicuro che al Paese servirebbero: viaggiare accanto ad auto che non si guastano alla prima curva è, del resto, una garanzia anche per chi su quel modello non salirà mai.