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Leopolda, Renzi: «Io premier fino al 2023». E Serra vuole limitare il diritto di sciopero

Nozze di Marco Carrai, al centro il finanziere David Serra
In cravatta rossa, il finanziere Davide Serra lo scorso 27 settembre al matrimonio di Marco Carrai

FIRENZE – Venerdì, all’apertura della Leopolda 5, il primo discorso politico di saluto al popolo dei «leopoldini»con l’annuncio che «la Cgil non ci fermerà»; domani l’atteso comizio finale 2.0, previsto per le 12; nel mezzo, oggi 25 ottobre, un Matteo Renzi «presidente operaio» ha coordinato i lavori dei partecipanti ai tavoli di discussione e ha lanciato, per gradi e dichiarazioni successive, nuovi messaggi politici al Paese.

PREMIERATO – «Io al massimo faccio due mandati nello spirito della Leopolda – ha dichiarato -. Al massimo arrivo al 2023». È chiaro dunque che l’ambizione del premier è restare al governo dell’Italia per un buon decennio. Quanto meno.

SCIOPERO– Ma la dichiarazione che ha fatto esplodere la miccia della polemica di giornata è stata quella del discusso finanziere milanese, Davide Serra, proprietario del fondo di investimento Algebris e amico di Renzi protagonista come eminenza grigia della campagna per le primarie, presente a Firenze di recente, proprio un mese fa, al matrimonio dell’altra eminenza grigia del presidente del Consiglio, Marco Carrai. Ai giornalisti che gli chiedevano se secondo lui fosse opportuno limitare il diritto di sciopero dei lavoratori pubblici, Serra ha risposto: «Esatto, sì». «Domani – ha detto il finanziere – può scioperare un pompiere, perché no un carabiniere, alla fine succede che qualcuno mette il diritto di veto. Dovrebbe essere molto regolato, prima che tutti lo facciano random. Se volete scioperare, scioperate tutti in un giorno. Dico che è un diritto, cerchiamo di capire che è un costo: chi deve venire domani ad investire, non ci viene». Allo stesso tempo, Serra propone anche di vincolare i bonus dei dipendenti pubblici all’andamento dell’economia: «Nessun bonus ai dipendenti pubblici se non si crea lavoro e non cresce il Pil».

DISOCCUPATI– Duro attacco di Serra anche alla Cgil: «Se vogliono aumentare i disoccupati facciano lo sciopero generale», ha detto replicando all’annuncio dell’iniziativa su scala nazionale fatto da Susanna Camusso in piazza San Giovanni a Roma. «Questa è la risposta da chi investe nel mondo, ciò che succede pragmaticamente», ha aggiunto Serra, parlando con i cronisti a margine di un tavolo di discussione a Leopolda5. Serra, che ha annunciato di voler prendere la tessera del Pd, perché «la Leopolda non è né di destra né di sinistra», ha proposto anche l’azzeramento dei pagamenti in contanti; norme a favore delle banche che non riescono a riscuotere i mutui per la difficoltà delle famiglie a rimborsarli; l’inasprimento del reato di falso in bilancio. Sull’azzeramento dei contanti ha detto: «L’ho visto fare in Corea. Quando la tracciabilità dei pagamenti è arrivata nel 1998, l’evasione fiscale era al 20% come in Italia. Hanno azzerato il pagamento in contante e l’evasione è passata dal 20 al 5%. È una riforma a costo zero». Un sistema già adottato ad esempio a Londra, «che dovrebbe essere obbligatorio per tutti i commercianti».

MADIA – Le dichiarazioni di Serra sulla limitazione del diritto di sciopero hanno provocato imbarazzi sia nel Governo che all’interno della stessa Leopolda. «Io dico che la riforma della Pubblica Amministrazione tocca tantissimi temi e quindi mi soffermerei ad approfondire i tanti temi che noi stiamo già affrontando nel disegno di legge che discutiamo la prossima settimana con mille emendamenti. Non ne aggiungerei altri», ha pacatamente replicato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, oggi alla Leopolda, a quanto auspicato da Davide Serra. «Noi siamo per la carta costituzionale, lo sciopero è un diritto previsto dalla Costituzione, è stato frutto di una battaglia, noi rispettiamo chi sciopera, e oggi rispettiamo la piazza di Roma», gli ha fatto eco Silvia Fregolent, una delle coordinatrici della Leopolda.

CAMUSSO– «Vorrei dire al presidente del Consiglio che con toni non rispettosi della piazza ha detto in queste ore che chi crea lavoro è alla Leopolda che ospita il finanziere Serra, che si permette anche di dire che bisogna intervenire sul diritto di sciopero, perché ha un costo», è stato invece il contrattacco del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Sappia il finanziere – ha detto il segretario Cgil – che ancora aspettiamo che il mondo della finanza ci dica cosa vuole fare per tornare ad un mondo normale».

BOSCHI– «La manifestazione della Cgil e’ andata bene – ha tentato di smussare i toni il fedelissimo ministro del premier Maria Elena Boschi -: si e’ svolta in un clima pacifico e sereno, noi abbiamo grande rispetto per le manifestazioni e rispondiamo con un lavoro serio che abbiamo fatto ai tavoli guardandoci negli occhi».

BINDI-SERRACCHIANI – Scintille in diretta tv, su Sky Tg24, infine, tra Rosy Bindi, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione della Cgil a Roma, e il vice segretario del Pd Debora Serracchiani, in collegamento dalla Leopolda. «Non ho visto nessuna manifestazione organizzata dal Pd, eccezion fatta per le feste dell’Unità. Improvvisamente, in un luogo artificiale, la dirigenza del partito allestisce una tre giorni di discussione del Pd che va oltre sé stesso. Quindi, questa è la prima manifestazione del post Pd», ha attaccato la Bindi. Piccata risposta, da Firenze, di Serracchiani: «Non dire che non abbiamo fatto manifestazioni del Pd in questi mesi, abbiamo fatto una quantità immensa di Feste dell’Unità. Se tu non hai preso parte mi dispiace, scusate ma devo tornare a lavorare».


Domenico Coviello

Giornalista

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