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Fiorentina opaca e sfortunata (Gomez sfiora un gran gol): Higuain segna e dà la vittoria al Napoli (0-1). Pagelle

Higuain esulta: è suo il gol della vittoria del Napoli in casa della Fiorentina
Higuain esulta: è suo il gol della vittoria del Napoli in casa della Fiorentina

FIRENZE – No, Fiorentina: così proprio non va. Contro il Napoli arriva la seconda sconfitta consecutiva, la quarta di un campionato ancora giovane ma già complicato e messo piuttosto male per la Fiorentina. Che subisce il gol di Higuain per un liscio clamoroso di Tomovic e non riesce a rifarlo per strappare uno straccio di pareggio che non sarebbe stato immeritato. Soprattutto se Gomez avesse finalmente vinto la sua scommessa con la sfortuna: al 34’ della ripresa (entrato al posto di Ilicic) ha girato benissimo di testa verso la porta azzurrqa un perfetto cross di Cuadrado. Pallone appena sopra la traversa. Poi ci sarebbe da mettere in conto un presunto rigore per fallo di mano di Koulibaly su conclisione di Pizarro. Giustificazioni sterili? Sì e no, perché la partita è fatta di episodi. Ma è ovvio che se costruisci poche azioni e non riesci a buttarla dentro mai non puoi che perdere.

MONTELLA – Ha giocato male la Fiorentina? No, ma nemmeno bene. E’ apparsa anni luce lontana dalla squadra brillante del campionato scorso e anche da quella che, in fondo, aveva saputo mettere sotto Inter e Udinese. Sul conto di Montella cominciano ad alzarsi sussurri e grida. In particolare per aver tenuto in campo fino alla fine un Mati Fernandez meno opaco solo nel finale. E anche per aver insistito su un Ilicic sul quale sta per esplodere la rivolta. E perché non mettere dall’inizio un Pasqual sempre esemplare invece di un Alonso confuso e pasticcione, che sembra giocare solo perché diventato un pallino dell’allenatore? Il Napoli, gliene va dato atto, è formazione granitica e vivace, che sa attaccare e difendere. Ha preso tre punti senza rubare. Benitez è un signore che sa di calcio e ha sfruttato le pecche della Fiorentina. Oddio, nemmeno gli azzurri sono la fine del mondo, e il loro andamento altalenante in campionato e in Coppa lo dimostra, però hanno qualità. E giocatori come Jorginho e Callejon che si sanno sacrificare per la squadra quando occorre. E ora? La Fiorentina deve far passare la sosta fra polemiche e veleni. In attesa di due trasferta consecutive (verona e Cagliari il 23 e 30 novembre) e della sfida con la Juve, in casa, il 5 dicembre. Sì, caro Montella e cari ragazzi viola, bisogna cambiare registro se non si vuol essere condannati a una stagione mediocre.

ACROBAZIE – Campo di Marte blindato e divieto di vendita di alcolici deciso dal prefetto, Luigi Varratta, ma l’afflusso allo stadio avviene regolarmente, senza sussulti. Così come non offre sorprese la formazione della Fiorentina. Salvo scoprire che Pizarro finisce in panchina e giocano sia Mati Fernandez che Ilicic. La cabina di regìa se la dividono Aquilani e Borja. In avvio Babacar riscuote applausi per un paio di palloni recuperati in acrobazia nell’area napoletana. Ma sono gli azzurri a farsi vedere in maniera più incisiva (6’) dopo un felice scambio Hamsik-Higuain con tiro del Pipita che finisce fuori. Così come a lato di Neto, stavolta alla sua sinistra, sibila una fucilata di Insigne (8’). Un diluvio di fischi(14’) si abbatte su Hamsik che fa il gradasso provando a sorprendere, invano, da 40 metri Neto. E un attimo dopo lo stesso portiere esce su Higuain: scontro violento fra i due, ma non c’è cattiveria. Resterà qualche livido.

INSIGNE – Ma indipendentemente dai palloni fatti arrivare sotto porta, è la Fiorentina a mostrarsi più attiva. E Babacar fa tremare i napoletani (18’) sparando un missile verso Rafael che va solo una ventina di centimetri sopra la traversa. La partita fila via in modo piacevole quando s’infortuna Insigne nel tentativo di contendere un pallone a Ilicic (20’). Il viola non lo tocca, lui si fa male e deve uscire: si parla di distorsione al ginocchio. Quando esce dqal campo, portato a braccia, tipo seggiolino del Papa, da due massaggiatori, la tribuna, sportivamente, applaude. Entra Mertens. Poi (25’) il Napoli sfiora il gol: Higuain mette lo scompiglio nella difesa viola che si salva solo perché l’argentino non è preciso nell’ultimo colpetto al pallone che ballonzola sul fondo mentre la curva Fiesole, rimasta col cuore in gola, può respirare di sollievo. Ma passano pochi minuti che lo stadio rumoreggia: Ilicic, fin qui sneza infamia e senza lode, sbaglia il secondo passaggio consecutivo. Vola qualche fischio. Scende pericolosamente il Napoli e al 44’ segna con Higuain, ma l’arbitro annulla: fuorigioco. Altro brivido. C’è tempo per ripartire. Borja mette in moto Babacar, pallone a Ilicic: che sparacchia fuori. C’è chi sbotta e potrebbero ripartire i fischi: fortuna per lui che il primo tempo si chiude qui.

LISCIO – In avvio di ripresa non cambia nulla, nonostante le prove per nulla esaltanti di tre viola: Alonso, Mati e Ilicic, quasi esposto al martirio. Che però (9’) si destreggia bene al limite, lascia fermi due napoletani e tira ma con mira pessima: pallone altissimo. Fa meglio Cuadrado (13’) che, dopo un paio di scambi volanti con Borja indovina l’angolino a sinistra di Rafael: ma c’è una deviazione fortuita. Gol sfiorato. Ma chi sbaglia paga. E subito dopo il Napoli sbaglia a sua volta, Neto fa una paratona su Hamsik. Poi Higuain la mette dentro sfruttando un gran liscio di Tomovic. Ahi Fiorentina, così no. Montella corre ai ripari: fuori Aquilani e dentro Pizarro. Purtroppo cambia poco. E improvvisamente la curva Fiesole invica Mario Gomez. Una speranza più che una convinzione. Montella accontenta i tifosi: esce Ilicic, salutato dai fischi, ed entra il tedescone. Intanto i viola hanno reclamato il rigore (25’) per un mani di Albiol (braccio aderente al corpo) su conclusione di Pizarro. E anche il Napoli cambia: fuori Hamsik e dentro De Guzman, fenomeno in Euroleague con lo Young Boys (tre gol).

GOMEZ – Vorrebbe saltare di gioia, lo stadio, quando (34’) su azione avviata da Borja, Cuadrado mette un gran pallone sulla testa di Gomez che risponde bene, con una torsione e colpo volante che sfiora la traversa. Peccato, davvero peccato. Stavolta il tedesco avrebbe meritato il gol. Come qualche minuto dopo, quando colpisce di tacco a pochi metri da Rafael su cross preciso di Pasqual, subentrato a un Alonso impreciso e fuori fase. E Pasqual mostra il piede preciso in pieno recupero con un tiro che andrebbe in porta senza una deviazione, del tutto fortuita, di Koulibaly. Sfortuna? Sì, anche se non ci si può attaccare a un episodio per giustificare una con sconfitta, la quarta di un campionato che non può continuare così.

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Bennucci

Sandro Bennucci

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