Corte dei Conti, Matteo Renzi: «Annullata la mia condanna». Ma c’è un esposto per le vacanze di Capodanno
FIRENZE – Nel post scriptum della sua e-news, la newsletter con cui da anni informa gli elettori sulla sua azione politica, Matteo Renzi ha fatto sapere che, proprio in questi giorni, è stata annullata la condanna che gli era stata inflitta nel 2011 dalla Corte dei Conti della Toscana per un danno erariale da 14 mila euro. Per quella vicenda, ha ricordato il premier, «ho subito attacchi e sceneggiate del M5S in Parlamento, polemiche violente».
E tuttavia proprio il Movimento 5 Stelle, oggi 6 febbraio, è tornato all’attacco. La vacanza di Capodanno di Renzi e famiglia a Courmayeur, in Valle d’Aosta, potrebbe finire in Corte dei Conti. M5S ha annunciato infatti un esposto «per l’utilizzo indebito di un volo di Stato da parte del Presidente del Consiglio, per andare in vacanza con tutta la sua famiglia».
Riguardo alle vacanze del premier a Courmayeur, «martedì 30 dicembre – scrisse su Facebook Carlo Sibilia, del direttorio Cinque Stelle – un Falcon 900 della flotta di Stato solca i cieli del Mediterraneo. Riporta a casa da Tirana il nostro SuperPremier. Secondo i piani di volo il Falcon dovrebbe far rotta su Roma ma il premier ha fretta. Deve andare in vacanza. Quindi il Falcon si deve adeguare. Dirottato su Firenze, imbarca moglie e figli del premier e riparte alla volta di Aosta».
La risposta di Palazzo Chigi arrivò con una nota: «Renzi ha pagato tutte le spese della vacanza sulla neve per sé e la famiglia e si è recato a Courmayeur non con il volo di Stato con cui è stato a Tirana, ma con un Falcon 900, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza» e «in linea con quanto avviene per i capi di governo di tutto il mondo».
Se la Corte dei Conti aprirà un’indagine, sarà la prima volta che l’operato di Renzi, in quanto presidente del Consiglio, finisce sotto la lente dei giudici contabili. Da presidente della Provincia, invece, ha già alle spalle una sentenza. Si tratta di quella annullata di recente in appello. La contestazione riguardava gli anni 2004-2009 e si riferiva all’inquadramento contrattuale e, quindi, ai compensi, di quattro nuovi assunti nel suo staff.
In primo grado, nel 2011, Renzi fu condannato a risarcire un danno erariale da 14 mila euro. In secondo grado l’assoluzione: per i giudici, Renzi non poteva non ritenere legittimi i propri atti, visto che si basarono su quattro pareri degli uffici tecnico-amministrativi della Provincia.
Ma a Firenze il primo ministro ha un altro appuntamento in Corte dei Conti: il 15 luglio prossimo ci sarà una nuova udienza del procedimento che lo vede citato a giudizio insieme ad altre sette persone per il danno erariale – stimato fra i 200 mila e gli 800 mila euro – che sarebbe stato provocato dalla nomina di quattro direttori generali. Anche questa contestazione si riferisce agli anni in cui l’attuale premier era presidente della Provincia di Firenze (2004-2009).