
Daspo urbano: i sindaci ancora non lo applicano abbastanza, ma è efficace
ROMA – È ancora presto per fare bilanci, i sindaci hanno appena iniziato a scrivere i regolamenti e le ordinanze, abbiamo solo alcuni esempi. Così Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ritiene il Daspo urbano una misura efficace che, nel caso sussistano tutte le condizioni necessarie, i questori sono obbligati ad attuare.
Il Daspo urbano, la legge Minniti, l’abbiamo scritta noi, nel senso che noi sindaci come Anci abbiamo presentato a Minniti delle proposte. Viene data un’opportunità che i sindaci possono utilizzare o non utilizzare, non è mica obbligatorio, sottolinea. Lo strumento, aggiunge, funziona per quei comportamenti borderline che non sono dei veri e propri reati, ma tendono ad aumentare la percezione di insicurezza da parte dei cittadini. Un esempio è l’attività di parcheggiatore abusivo. Se non vi è estorsione non costituisce reato, ma può incutere ugualmente nei cittadini il timore di subire dei danni all’autovettura. In quel caso è inutile applicare le sanzioni che poi sistematicamente il parcheggiatore nullatenente non paga. Ne può collezionare venti e rimane sempre lì. Con il Daspo, invece, può essere allontanato perché se lo becchi per più di due volte lo cacci per sei mesi: è un buon deterrente.
Dopo il secondo allontanamento il questore è obbligato a emettere il Daspo. Alla terza segnalazione il Daspo da parte del questore deve essere fatto, a meno che le segnalazioni fatte non corrispondano ai criteri di applicazione del Daspo perché la persona non si trovava nello stesso posto.
