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Elezioni Regionali Sicilia: primi exit poll, in vantaggio Musumeci (centrodestra), seguito da Cancelleri (M5S) e, a debita distanza, da Micari (PD), candidato renziano

PALERMO – L’affluenza alle urne è stata anche stavolta bassa, da record negativo: il 46,76% degli elettori; ancora meno di quel 47,41 di cinque anni fa, a testimonianza della disaffezione anche degli elettori siciliani. I primi exit poll  – concordanti –  danno questi risultati:

LA 7 :  Nello Musumeci (centrodestra) è in vantaggio con il 36-40%, Fabrizio Cancelleri (M5S) è al 34-38%, Fabrizio Micari (PD) tra il 16 ed il 20%;

Piepoli per la Rai:  Nello Musumeci (centrodestra) 35-39%; Giancarlo Cancelleri (M5S) 33-37%; Fabrizio Micari (PD) 16-20%

Anche se si attendono, nella giornata di domani, i risultati ufficiali, sembrano confermate quindi le previsioni della vigilia che davano in testa il centrodestra e il M5S, nettamente staccato il Pd di Renzi. Tanto più che, all’interno della coalizione di sinistra, anche il Pd sarebbe in calo rispetto alla percentuale del 13,4% di 5 anni fa con una forchetta tra l’8 e l’13%, un risultato negativo storico che potrebbe affossare il rottamatore. Gli avversari interni e esterni del rottamatore staranno affilando le armi e preparando i cannoni aspettando di sparare bordate dopo che i risultati saranno ufficializzati. Si prospetta un passo indietro (o di lato, come dice lui) del segretario.

Anche se ampiamente previsto, non arriva attutito, dentro il Pd, il tonfo in Sicilia. Matteo Renzi ammette con i suoi il disastro annunciato, convoca per il 13 la direzione, pronto a cercare un dialogo che eviti una resa dei conti interna esiziale per il Pd a pochi mesi dalle elezioni. Ma non capisce chi, come Andrea Orlando, usa il voto siculo per mettere in discussione la sua premiership: il tema, secondo l’ex premier, non è chi va a Palazzo Chigi ma che ci vada il Pd e per farlo con il Rosatellum serve una coalizione e non il candidato premier.

I dirigenti del Pd, però, non sembrano intenzionati a fare sconti al leader. La sconfitta è pesante ed è l’ultima di una serie di risultati presi sotto gamba, è l’analisi diffusa. Ora o Renzi dimostra di voler decidere insieme su tutto, a partire dalla definizione delle liste elettorali, e di impegnarsi davvero a costruire senza veti una coalizione o, come dice un big della minoranza, parte il cinema. Sia Orlando sia Franceschini si intestano il cambio di passo di Renzi sull’ammissione della necessità di costruire una coalizione e ora pretendono che si tratti davvero sia con la nascente lista Pisapia-Verdi sia con i Radicali.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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