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Violenza politica: centri sociali e estremismo di destra, così l’odio corre sul web

ROMA – In una giornata particolarmente a rischio per l’ordine pubblico, in particolare a Roma e a Milano, il Viminale, questure e prefetture hanno organizzato servizi d’ordine imponenti e accurati, temendo nuove violenze dopo quelle registrate a Torino, Piacenza, Brescia, Macerata ecc..   Sicuramente i servizi d’intelligence hanno scandagliato e esaminato i siti di antagonisti e estremisti di destra, da dove nascono minacce e campagne d’odio che si manifestano poi con la violenza scatenata nelle strade e nelle Piazze. Della quale sono sempre vittime sempre più spesso le Forze dell’ordine. Sta dunque alla politica e alla magistratura intervenire duramente con pene esemplari e chiudendo non solo i covi di destra, come vorrebbero la Presidenta Boldrini e il Governatore Rossi, ma anche le tante sedi di centri sociali disseminate in quasi tutte le città. Esempi, Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Venezia, Padova, Livorno e Pisa.

Il Mattino di Napoli si è preso la briga di pubblicare un significativo elenco di frasi minacciose che si sono incrociate sui siti dell’estremismo di destra e di sinistra; riteniamo utile pubblicare quelle più significative perché così i nostri lettori potranno controllarne le conseguenze per le principali manifestazioni di oggi.

«Sterminate questa immonda feccia», tuona un simpatizzantediFn sulla pagina Facebook del movimento. «Uniti camerati e debelliamo una volta per tutte queste zecche di m*** rosse», ordina un altro utente in un tripudio di saluti nazisti. Le risposte non si fanno attendere: «Se ogni tanto raccogliete la stessa moneta, non abbiatene, state al gioco e continuate a farvi sputare in faccia. Morte ai fascio», risponde presago di lutti un antagonista di sinistra. «Vigliacchi…la pagherete», promette un militante di Roberto Fiore. «Siete dei vermi schifosi che meritano di strisciare nel letame», è l’affondo di un estremista rosso.

Sulla pagina Facebook di Newroz, centro antagonista di Pisa si legge: «Nessuna pace con chi predica odio. Ancora a centinaia sotto la questura per chiedere rilascio dei sei fermi. Siamo con quel pezzo di paese che non resta indifferente alla guerra che stanno scatenando i razzisti di ogni risma, quelli come Salvini che armano lo stragista Traini, quelli come renzi che legittimano i fascisti. Tutte e tutti liber* subito!».

Attivi anche gli antagonisti di Napoli. Sulla pagina social della Rete antifascista napoletana ha scatenato l’indignazione dei follower «l’attentato incendiario fascista al «Magazzino 47», un centro sociale di Brescia. «Questa notte dei topi di fogna si sono introdotti nel centro sociale e, dopo aver forzato una finestra, hanno appiccato un incendio all’intemo del locale che ospita la libreria e l’enoteca».  «Pagheranno tutto, luridi topi di fogna», commenta un esponente della rete antifa napoletana. Replica immediata dalla rete napoletana di Casapound: «Sarebbero bastati come ai tempi d’oro una decina di volenterosi muniti di fionde e biglie d’acciaio e sarebbero immediatamente arretrati, all’epoca funzionava e credo che anche oggi non sia cambiato…», è il macabro ricordo di un nostalgico degli anni 70. «Queste m*** dovrebbero provare un po’ di fascismo serio…», incalza un altro. «Voto Casapound osserva un simpatizzante sulla pagina nazionale – perché io i delinquenti rossi insieme ai loro spacciatori macellai li voglio nei sottoscala a marcire».

E ovviamente non potevano mancare le minacce del centro sociale Askatasuna di Torino: «Sempre più bravi e ingegnosi i compagni: le bombe carta coi chiodi sono un tocco di classe perla lotta antifascista!», si congratula un militante.

Frasi preoccupanti anche sui siti palermitani, nella città dove è stato pestato a sangue un dirigente di Forza Nuova. I militanti del movimento affermano di non volere  «un ritorno al clima degli anni ’70/ ’80, ma non è nostro costume tirarci indietro, se è questo che si vuole: l’importante è che si rispettino proporzioni numeriche onorevoli e si risparmino donne e uomini a terra». Sul versante opposto, anche la rete antifascista palermitana raccoglie la sfida. E anzi chiama a raccolta i suoi uomini in piazza con l’obiettivo di «ostacolare il tentativo di questi personaggi di ritagliarsi spazi di visibilità nella nostra città».

Nonostante le assicurazioni del ministro Minniti sembra che il clima attuale si avvi ad essere come quello degli anni 70. Manca ancora poco più di una settimana alle votazioni. Le Forze dell’ordine e i servizi d’intelligence sembrano essere in grado di tenere sotto controllo la situazione, ma occorre che anche i politici siano più responsabili e non forniscano il destro, anche involontariamente, a manifestazioni di violenza e odio politico. di teste calde ne girano ancora parecchie, purtroppo.

 

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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