Svizzera: domande asilo al livello più basso degli ultimi 11 anni. Decisioni veloci e espulsioni immediate
BERNA – Le domande d’asilo in Svizzera sono calate anche l’anno scorso: sono state 15.255, il 15,7% in meno dell’anno precedente, afferma in un’intervista al quotidiano elvetico Blick il direttore della Segreteria di Stato svizzera per la migrazione (SEM) Mario Gattiker. Si tratta del livello più basso degli ultimi undici anni.
Secondo l’alto funzionario, la Svizzera sta diventando sempre meno un paese di destinazione per i richiedenti asilo che non hanno diritto alla protezione nel paese. Soprattutto perché decidiamo molto velocemente sulle domande e le persone devono lasciare rapidamente la Svizzera. Inoltre un numero molto inferiore di rifugiati arriva in Italia attraverso il Mediterraneo: la rotta, di ripiego, ora passa per il Marocco e la Spagna. Questi richiedenti asilo non arrivano nella Confederazione.
La maggior parte delle richieste presentate nel 2018 proveniva da cittadini eritrei, siriani e afghani. Le regioni in guerra sono il
principale bacino di provenienza dei richiedenti, ha indicato Gattiker. La quota di riconoscimento delle domande in prima istanza è
risultata del 25,9% (+0,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente), indica la statistica dell’asilo 2018 pubblicata proprio
oggi in mattinata dalla SEM. In realtà la Svizzera riconosce il bisogno di protezione a molte più persone: infatti se alle concessioni
dell’asilo si aggiungono le cosiddette “ammissioni provvisorie” – uno statuto che impedisce il rinvio dei richiedenti nei paesi di
provenienza per garantirne l’integrità – il 60,8% dei postulanti (57,5% nel 2017) ottiene il diritto di rimanere nella Confederazione.