
Suicidio assistito: la politica s’interroga sul da farsi. Un malato di Sla scrive al Papa

ROMA – Divide la sentenza della Consulta che ha aperto al suicidio assistito, mentre Pd e M5s cercano un accordo e scacciano l’idea dell’eutanasia. Di Maio auspica la legge sul fine vitae e Cirinnà (Pd) chiede che il Parlamento legiferi presto e bene. Salvini è contrario e e Pillon parla di strada aperta al suicidio di Stato. La Casellati chiede che il ‘Senato esamini ddl sul tema’, e Fico assicura che la camera si muoverà ‘nel solco della Corte’. Il segretario generale della Cei, mons. Russo, chiede l’obiezione di coscienza per i medici e attacca: ‘Non è libertà, la società perde il lume della ragione’. Un malato di Sla scrive al Papa: in centinaia come me hanno la stessa idea, siamo un peso per le strutture pubbliche. E il Papa confessa: mi sento assediato, pregate per me, ecco spiegata l’affermazione svelata oggi dai gesuiti.
La sentenza della Consulta che ha aperto al suicidio assistito, invocando però l’intervento del legislatore per varare una legge sul fine vita, divide la società e la politica.
La senatrice del Pd Monica Cirinnà chiede di legiferare “presto e bene”, Renzi suggerisce di “fare uno sforzo di ascoltarsi l’uno l’altro, senza scontri ideologici”, mentre Salvini afferma che mai approverà “il suicidio per legge”. Il segretario generale della Cei, monsignor Russo, intanto, chiede l’obiezione di coscienza per i medici e attacca: “Non comprendo come si possa parlare di libertà, la società perde il lume della ragione”.
Personalmente la ritengo una questione di libertà e ritengo sia stato opportuno che la Corte abbia iniziato a regolamentare questa vicenda, senza far slittare la sentenza, come da alcuni partiti richiesto”. Così, all’ANSA, Lorenzo d’Avack, presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, in merito alla sentenza della Consulta che ha parzialmente depenalizzato l’580 del Codice Penale, legalizzando, in alcune circostanze, il suicidio assistito
