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Caro-vita: le aziende s’inventano la quattordicesima. Un regalo? No, strategia. Chi guadagna bene spende di più

Cesare Romiti con l’avvocato Gianni Agnelli.: volevano che i dipendenti Fiat potessero comprarsi la macchina (Foto ANSA)

Tanti anni fa, la tredicesima mensilità, in busta paga, nacque per favorire i regali di Natale. Con una mano gli imprenditori davano e con l’altra incassavano. Copiosamente. E proprio negli anni del boom, Gianni Agnelli, uno che di bilanci se ne intendeva, si preoccupava che i suoi dipendenti guadagnassero in maniera sufficiente per poter mangiare e comprarsi la Cinquecento. E la Fiat diventava il primo produttore di utilitarie al mondo. Ma con il passare dei decenni e l’arrivo di nuove generazioni rampantine e voraci, gli industriali hanno perso di vista il loro stesso interesse: non rinnovando i contratti di lavoro o non assumendo secondo le regole e le leggi. E facendo nascere una generazione di giovani precari e mal pagati, ai quali le banche negano prestiti, mutui e finanziamenti. Risultato? La recessione strisciante che stiamo vivendo.

ACQUA SANT’ANNA – Ma finalmente, ed eccoci alla buona notizia in controtendenza, alcuni imprenditori avveduti hanno cominciato a ragionare come i protagonisti del “miracolo italiano”. E non c’è solo Acqua Sant’Anna, l’azienda che ha deciso di dare a tutti i dipendenti una mensilità in più, appunto la quattordicesima, per affrontare quel caro-vita che sempre più sta preoccupando le famiglie italiane. Da nord a sud è gara di solidarietà tra le imprese, grandi e piccole, per aiutare i lavoratori in difficoltà. Così tra bonus defiscalizzati, premi una tantum e contributi speciali in busta paga, i datori di lavoro si scoprono spesso generosi. Ma perchè si sono ricordati la vecchia lezione dimenticata: chi guadagna bene spende di più.

COSMETICI – Fra questi lungimiranti c’è Marco Piccolo, alla guida dell’azienda familiare di cosmetici Reynaldi di Rivoli, alle porte di Torino, che già da tre anni distribuisce metà degli utili ai dipendenti ed è arrivato a donare fino a cinque mesi di mensilità extra. “Non è una cifra fissa – spiega l’imprenditore – ma dipende dagli utili che conseguiamo grazie al lavoro di tutti. Per noi i lavoratori sono come soci. Fatica e impegno vanno premiati, e loro si sentono parte del progetto”. Per Elisabetta Nonino, della famiglia di distillatori friulani, l’iniziativa di Alberto Bertone, patron dell’Acqua Sant’Anna, è “molto positiva, fantastica”: “Speriamo che possa fare da sprone al Governo perché implementi l’importo defiscalizzato del bonus da 250 euro” e lo porti “almeno a mille euro”, esorta l’imprenditrice.

ACETO – Quella di Bertone, accolta come una vera “sorpresa” per i dipendenti che si sono ritrovati i soldi direttamente sul conto, è “un’iniziativa lodevole e pregevole”, ha commentato Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche. Un’iniziativa che potrebbe essere seguita anche da molti altri, come sta pensando di fare un’azienda piemontese, la Ponti di Ghemme in provincia di Novara, acetificio storico, che starebbe valutando una decisione simile alla Sant’Anna assieme ad altre aziende del comparto. Intanto ad Ancona tutto il personale del Frittelli Maritime Group riceverà circa 1.800 euro lordi di contributo straordinario. Mentre sul bonus senza oneri aggiuntivi previsto nel decreto di marzo di cui parla Nonino hanno fatto leva anche i sindacati, come dimostra questo esempio nel cuneese. “Abbiamo fatto richiesta ad alcune aziende di venirci incontro perché l’inflazione pesa tantissimo, e molte ci sono venute incontro”, spiega Davide Mollo, segretario della Fiom-Cgil di Cuneo: “Anzi, alcune hanno fatto di più”, andando oltre il bonus e aumentando il salario.

TOSCANA – Anche al Molino Caputo di Napoli hanno pensato ai dipendenti: e così nel mese di giugno hanno “dato buoni benzina e buoni spesa per 258 euro netti ai collaboratori”. Ora tocca al governo di intervenire sul cuneo fiscale, dicono da più parti. Sui bonus, non tutti la pensano allo stesso modo. “Sono ben lieto che imprenditori diano bonus – commenta Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria – ma io vorrei innescare un meccanismo che vada avanti anche l’anno prossimo, così si aumenta la produttività del Paese”. La proposta è di un accordo aziendale che stabilisca un rimborso dell’inflazione a fine anno, se si riesce ad ottenere un aumento della produttività. Voci fiorentine? Per il momento non sono arrivate. Fra i sindacalisti degli anni Settanta si diceva che gli imprenditori, in Toscana, hanno “il cuore a sinistra, ma il portafogli ben ancorato a destra”. E’ vero? Aspetto smentite.

caro vita, consumi, quattordicesima


Sandro Bennucci

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