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Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2023%2F05%2F3 Il Misantropo Ph. Filippo Manzini

Firenze: al Teatro della Pergola «Il misantropo» di Molière con Luca Micheletti. Prima nazionale

1 Il Misantropo Ph. Filippo Manzini
Il misantropo (ph. Filippo Manzini)

FIRENZE – Al Teatro della Pergola, in prima nazionale da martedì 16 a domenica 21 maggio, Andrée Ruth Shammah dirige Luca Micheletti ne Il Misantropodi Molière nella traduzione di Valerio Magrelli, rispettosa, finché possibile, della forma originaria del testo (in versi); lo spettacolo, prodotto da Teatro Franco Parenti e Teatro della Toscana, prosegue la ricerca della Shammah su Molière nella volontà non tanto di portare lui verso di noi, quanto di avvicinare noi a lui (con più frutto). Dunque, nonostante la modernità di fondo del testo, gli attori in scena non saranno visivamente “ammodernati”, ma in abiti seicenteschi, e al XVII secolo rinvieranno anche gli arredi che via via compariranno sulla scena inizialmente spoglia. Di sicuro richiamo, specie per chi lo ha appena visto impersonare magnificamente Don Giovanni nell’opera di Mozart al Maggio Musicale, il protagonista Luca Micheletti, eccellente come baritono, come attore e perfino come regista: un teatrante a tutto tondo, cresciuto sul palcoscenico e che vi si sente evidentemente a casa sua; lo affiancano in scena Matteo Delespaul, Pietro De Pascalis, Angelo Di Genio, Filippo Lai, Pietro Lancello, Marina Occhionero, Emilia Scarpati Fanetti, Andrea Soffiantini, Vito Vicino, Maria Luisa Zaltron e Corrado D’Elia.

Nel 1666 Molière debutta col Misantropo: una commedia filosofica, anomala e profetica, nella quale per il protagonista Alceste e la sua maleamata Célimène (il cui ruolo era sostenuto dalla moglie di vent’anni più giovane e fedifraga, Armande Béjart) non c’è alcun lieto fine; Cesare Garboli definì l’opera «un classico del Novecento scritto tre secoli fa»; uno dei testi più amari di Molière, spaccato impietoso della società del suo tempo (ma anche, mutatis mutandis, della nostra, dove l’apparire è sempre tutto per molti), nato dalla sua solitudine nonostante le nozze ancora abbastanza recenti e dalla sua crisi per la censura diDon Giovannie di Tartufo. Coi suoi personaggi incipriati, “indaffarati senza aver nulla da fare”, Il Misantropo rinuncia alla comicità dirompente e opta per un umorismo che copre appena il quadro cupo e dolente: Alceste, nella sua onestà e ricerca di sincerità a oltranza, risulta un personaggio inadeguato alla realtà sociale e deleterio per tutti quelli che incontra e per se stesso in primo luogo; i grandi attori che lo hanno interpretato dopo la morte di Molière ne hanno fatto un personaggio di volta in volta diversissimo: nobile e dignitoso oppure rabbioso, dolente o buffonesco; nella lettura di Andrée Ruth Shammah è soprattutto uno che si è intrappolato in un amore tossico, come d’altronde Molière con Armande. Alceste è un isolato, che scava intorno a sé un abisso incolmabile, nel quale finisce con lo sprofondare anche il suo amore per Célimène, la civettuola per antonomasia, interpretata da Marina Occhionero, leggiadra e superficiale, che accetta le lusinghe di tutti. Questa “signora dei salotti” è attorniata da una corte mondana, composta da Philinte (Angelo Di Genio), Oronte (Corrado D’Elia), Basco (Andrea Soffiantini), Eliana (Maria Luisa Zaltron), Clitandro (Filippo Lai), Lacasta (Vito Vicino), Orsina (Emilia Scarpati Fanetti), Du Bois (Pietro De Pascalis), il Secondo Servitore (Matteo Delespaul), la Guardia (Pietro Lancello). Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Giovanna Buzzi (realizzati da LowCostume in collaborazione con la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni), le luci di Fabrizio Ballini, le musiche di Michele Tadini, la cura del movimento è di Isa Traversi.

Célimène non vuole rinunciare a niente, né all’amore esclusivo di Alceste, né al gioco seduttivo della sua schiera di pretendenti. Alceste, d’altra parte, s’impegna in una lotta che combatte nella solitudine del suo orgoglio, sorretto da una fede cieca nella bontà delle sue idee. Tappa per tappa, finisce con lo scoprire che non c’è posto per lui in quel mondo; è la fine dell’utopia della verità, il naufragio di un’idea, piuttosto che un volontario isolamento.

16 – 21 maggio | Teatro della Pergola (martedì, mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19; domenica, ore 16)

PRIMA NAZIONALE IL MISANTROPO di Molière

Platea Intero € 34 Ridotto over 65, convenzioni e online € 32 Ridotto soci Unicoop Firenze € 30 Ridotto under 30 € 28 (€ 12 con TT Young Card) Palco Intero € 28 Ridotto over 65, convenzioni e online € 26 Ridotto soci Unicoop Firenze € 24 Ridotto under 30 € 22 (€ 12 con TT Young Card) Galleria Intero € 19 Ridotto € 17 TT Young Card €12 I prezzi indicati sono comprensivi dei diritti di prevendita. Le riduzioni over 65 e under 30 sono valide per le recite dal martedì al sabato. La riduzione soci Unicoop Firenze è valida per le recite di mercoledì e giovedì. Gli abbonati al Teatro della Toscana hanno diritto al biglietto ridotto. Consulta le convenzioni aggiornate sul sito web.

Biglietteria del Teatro della Pergola, via della Pergola n. 30 Firenze Dal lunedì al sabato (ore 10:00 – 20:00) e in occasione degli spettacoli (da 1 ora prima dell’inizio della recita). È possibile acquistare gli abbonamenti del Teatro della Pergola, il carnet Pergola/Rifredi, la TT Young Card e i biglietti degli spettacoli in scena al Teatro della Pergola e al Teatro di Rifredi (a prezzo intero e ridotto). Tel. 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com

È possibile acquistare su teatrodellatoscana.vivaticket.it (chi acquista on line avrà un prezzo leggermente ridotto) o telefonando al servizio cortesia al numero 055 0763333 da lunedì al sabato dalle 10 alle 20

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