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86° Festival del Maggio: va in scena «Turandot» diretta da Zubin Mehta, nell’allestimento di Zhang Yimou

Un momento della prova generale (foto MMF)

FIRENZE – Dopo il tutto esaurito in auditorium del concerto inaugurale diretto da Gatti, l’86ºFestival del Maggio Musicale Fiorentino entra nel vivo domenica 21 aprile alle 20 nella sala grande del Teatro del Maggio con la prima opera; una ripresa, ma che ripresa: si tratta infatti della Turandot di Puccini in un allestimento storico del Maggio, quello con la regia di Zhang Yimou, uno fra i più influenti cineasti cinesi dell’ultimo mezzo secolo, per tre volte candidato agli Oscar.

Uno spettacolo grandioso che non smette di affascinare e stupire il pubblico, tant’è che, con largo anticipo, tutte e cinque le recite sono andate esaurite in prevendita in ogni ordine di posti. A dirigere l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche del Maggio, ora come all’epoca del debutto al vecchio Teatro Comunale (1997) e nella mitica tournée in Cina del 1998 (quando almeno 36000 persone assisterono alle recite nella Città Proibita), c’è Zubin Mehta.

Di buon livello anche il cast, con Olga Maslova (Eunhee Maggio il 3 maggio) nella parte della principessa Turandot; SeokJong Baek (Ivan Magrì il 27 e 30 aprile) interpreta Calaf; Valeria Sepe è una poetica Liù; Simon Lim è Timur mentre Carlo Bosi interpreta Altoum. Lodovico Filippo Ravizza; Lorenzo Martelli e Oronzo D’Urso sono rispettivamente Ping, Pang e Pong mentre Qianming Dou è Un Mandarino. Infine tre artisti del Coro del Maggio: Davide Ciarrocchi nel ruolo de Il principino di Persia, Thalida Marina Fogarasi e Anastassiya Kozhukharova come le due Ancelle di Turandot. In scena anche il Nuovo BallettO di ToscanA e un congruo numero di figuranti speciali. La regia è ben ripresa da Stefania Grazioli.

Un kolossal in piena regola, scelta adeguata per entrare nel clou delle celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Puccini (avvenuta a Bruxelles il 29 novembre del 1924); come noto, il grande compositore lucchese arrivò a completare Turandot solo fino alla morte di Liù; dopo qualche esitazione, il completamento fu affidato a Franco Alfano, invero non molto aiutato da chi deteneva gli appunti pucciniani per la conclusione; alla prima assoluta dell’opera, il 25 aprile del 1926 alla Scala di Milano,

Toscanini si fermò alla morte di Liù; dalla seconda recita eseguì il finale di Alfano, ma con sostanziosi tagli che poi sono entrati nella tradizione; è il finale tagliato che viene utilizzato anche in questa ripresa. L’allestimento, proprio del Maggio, è forse uno degli spettacoli che più hanno segnato la storia recente del Teatro ed è stato ripreso più volte; l’ultima, in forma semi-scenica dell’autunno del 2012: è dunque un debutto nella sala grande dell’attuale teatro.

Fu proprio il maestro Mehta a volere Zhang Yimou per l’edizione fiorentina del 1997 di Turandot, la prima da lui diretta al Maggio e che ebbe fin da subito, come detto, uno straordinario successo. Un successo tale da essere portata l’anno successivo, dopo lunghe trattative, in Cina, nella leggendaria Città Proibita di Pechino – fino ad allora mai concessa per spettacoli dal vivo –  dove l’opera di Puccini si ambienta e dove Zubin Mehta diresse l’Orchestra e il Coro del Maggio in nove memorabili serate consecutive davanti a oltre 4000 persone per ogni singola recita, segnando una delle tappe più importanti della storia del Maggio. Da ricordare inoltre il grande successo dell’opera in occasione delle tournée a Tokyo nel 2001 e 2006, sempre nell’allestimento di Zhang Yimou con la direzione di Zubin Mehta.

Nell’intervista rilasciata per il libretto di sala del 1997, il maestro Mehta evidenziò di come il finale di Alfano (che verrà eseguito per questa produzione) fosse in realtà necessario da un punto di vista drammaturgico: “So bene che molti critici hanno analizzato a fondo il problema del finale di Turandot, formulando varie ipotesi. Noi eseguiremo il finale tradizionale, quello composto da Alfano sulla scorta delle indicazioni lasciate da Puccini. Anche perché dal punto di vista drammaturgico un finale è necessario e spiego perché: una volta, dirigendo quest’opera alla Scala l’ho interrotta dove l’aveva lasciata Puccini, dopo la morte di Liù e mi sono accorto che questa scelta sposta troppo il peso drammatico dell’azione sulla giovane schiava a scapito della figura della terribile principessa. Musicalmente parlando, in Turandot, come già in Fanciulla del West, Puccini risente dell’influsso della musica impressionista, soprattutto di Ravel, e ha delle pagine – penso alla scena fra Ping, Pong e Pang – armonicamente straordinarie e nuove, ma non è prudente dire che l’ultimo lavoro pucciniano segni l’inizio di una nuova era nel campo dell’opera”. Il maestro Mehta si soffermò poi su quello che fu il lavoro svolto in parallelo con Zhang Yimou: “Sono molto felice di aver lavorato con questo grande uomo di cinema, che per la prima volta affronta il palcoscenico della lirica. Ci siamo visti molte volte e abbiamo trovato un perfetto punto di intesa. Anche le scene e i costumi sono bellissimi e riproducono, finalmente, una Cina vera e reale. Così come la regia si rifarà a movimenti tradizionali, eppure familiari ai cinesi dei nostri giorni.”

In occasione della prima della Turandot di Giacomo Puccini del 21 aprile 2024 il Teatro del Maggio, in collaborazione con il suo Archivio Storico, presenta – similmente a quanto avvenuto lo scorso anno con l’inaugurazione dei corridoi dedicati a Maria Callas e Franco Zeffirelli – un nuovo allestimento nel corridoio destro che fiancheggia la Sala Grande del Teatro. Una nuova serie di pannelli dedicata, nell’anno del centenario, proprio a Giacomo Puccini e all’intenso legame fra il Maggio e la musica del grande compositore lucchese. 

Il rapporto tra Giacomo Puccini ed il Maggio Musicale Fiorentino è talmente intimo che nasce prima ancora dello stesso festival. Infatti già nell’aprile 1929 – ben quattro anni prima del varo del Maggio – l’Orchestra Stabile Fiorentina diede il via ad una prima, pionieristica, stagione d’opera. Titolo di apertura: Turandot. Nell’arco di quasi un secolo al Maggio ci sono state più di 600 recite in oltre 160 spettacoli pucciniani.  Una storia che la mostra rievoca attraverso alcune delle più celebri messinscene fiorentine: dall’iconica Turandot firmata da Umberto Brunelleschi per la VI edizione del festival (1940), a La Rondine andata in scena nel 2017 con la regia di Denis Krief.

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Piazza vittorio Gui)

Turandot. Dramma lirico in tre atti e cinque quadri. Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni da Carlo Gozzi (finale completato da Franco Alfano; versione breve). Edizione: Casa Ricordi, Milano.

Orchestra, Coro e Coro e Coro di voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino, Direttore Zubin Mehta, maestro del Coro Lorenzo Fratini; maestra del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Sara Matteucci.

Nuovo BallettO di ToscanA. Figuranti speciali: Ylenia Ambrosino, Lisa Baldi, Elena Barsotti, Ilaria Brandaglia, Cristina Cavalli, Sabrina Cerrone, Deborah Di Noto Marrella, Giulia Mostacchi, Roberta Raimondi, Livia Risso, Roberto Andrioli, Davide Arena, Andrea Baldassarri, Gabriele Barbetti, Mauro Barbiero, Lorenzo Braus, Rosario Campisi, Fabrizio Casagrande, Alessandro Ciardini, Leonardo Cirri, Lucio Colzani, Egidio Egidi, Nicola Fania, Luca Ferrigato, Stefano Francasi, Gioele Gaggio, Edoardo Groppler, Andrea Landi, Sandro Mabellini, Federico Macchi, Guido Mazzoni, Mauro Milone, Francesco Pacelli, Leonardo Paoli, Federico Raffaelli, Dario Tamiazzo, Simone Ticci, Federico Vazzola, Beniamino Zannoni.

Cinque le recite complessive, già tutte completamente esaurite in ogni ordine di posto: 21, 24, 30 aprile e 3 maggio alle ore 20 e il 27 aprile alle ore 15:30. Restano i pochi posti (ad esempio quelli d’ascolto) che non vengono venduti online, ma solo in biglietteria prima dello spettacolo.

La prima recita sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3. Nel foyer della sala grande del Teatro del Maggio è allestita una mostra dedicata a Giacomo Puccini e agli allestimenti delle sue opere al Maggio. Grazie alla Fondazione Cerratelli saranno anche esposti i costumi originali della Turandot disegnati da Umberto Brunelleschi nel 1940

Durata: Prima parte: 33 minuti – Intervallo: 30 minuti – Seconda parte: 45 minuti – Intervallo: 25 minuti – Terza parte: 50 minuti Durata complessiva: 3 ore circa

86° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, Firenze, Giacomo Puccini, Musica, opera lirica, Turandot

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