Lisbona: E’ morto, a 92 anni, Mario Soares, socialista, premier dopo la rivoluzione dei garofani nel 1974
LISBONA – E’ morto ieri a 92 anni l’ex presidente portoghese Mario Soares, protagonista della lotta contro la dittatura di Antonio Salazar prima e di Marcelo Caetano poi, e della transizione democratica che con la Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974 ha ridato al Portogallo la dignità di Paese europeo.
Due volte premier (tra il 1976 e il 1985) e due volte presidente (dal 1986 al 1996), Soares nasce a Lisbona il 7 dicembre 1924 da una famiglia borghese e si laurea nel 1951 in Storia e Filosofia e in Legge nel 1957. Da giovane studente aderisce al Partito Comunista portoghese – che lascia però già nel 1951 per avvicinarsi sempre di più ai socialisti – e organizza numerose manifestazioni di protesta. Nel 1946 viene arrestato dalla Pide, la polizia politica: è il primo di una lunga serie che lo porteranno più volte nelle galere del regime e poi, nel 1968, in esilio nella colonia di Sao Tomé. Ci rimane solo otto mesi.
Quando Marcelo Caetano sostituisce Salazar al potere, e cerca di rifare il maquillage al regime, rilascia alcuni prigionieri politici tra i quali Soares che però nel 1970 è costretto di nuovo all’esilio, prima a Roma e poi in Francia, dove rimarrà diversi anni. Nel frattempo il futuro padre della democrazia portoghese ha maturato una simpatia sempre più marcata per il liberalismo economico e nel 1973 l’Azione socialista portoghese – da lui fondata nel 1964 a Ginevra – diventa Partito socialista. Il battesimo della neonata formazione avviene a Bad Muenstereifel, in Germania. Il padrino è il leader tedesco Willy Brandt, segretario generale viene eletto Soares.
Intanto in Portogallo si consuma la disgregazione del potere di Caetano. Il 25 aprile 1974 trionfa la Rivoluzione dei Garofani, non violenta, guidata dal Movimento delle forze armate (Mfa) che istituisce un governo provvisorio. Soares viene nominato ministro per i negoziati con le colonie d’oltremare e inizia a segnare in maniera irreversibile la storia del suo Paese. Per il colonialismo straccione di Lisbona è la fine. Il neo ministro incontra a tempo di record Samora Machel, leader del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo). Il 10 settembre viene riconosciuta l’indipendenza della Guinea Bissau, Il 25 giugno 1975 il Mozambico è indipendente, seguono Capo Verde, Sao Tomé e Principe, l’11 novembre è la volta dell’Angola.
L’ascesa di Soares è inarrestabile, soprattutto dopo che il fallito colpo di stato, in novembre, da parte di frange dell’estrema sinistra, indebolisce i comunisti di Alvaro Cunhal. A vincere le elezioni del 1976 sono i socialisti di Soares che diventa premier di un governo di minoranza – ormai irreversibilmente democratico – ma non riesce sanare la frattura con il segretario comunista né a risollevare l’economia del Paese costretto a una dura austerità che lo costringe alle dimissioni dopo due anni. Ma la ripresa è rapida. Nel 1983 ottiene il secondo mandato da primo ministro e nel 1986 diventa presidente. Nello stesso anno il Portogallo entra nella Comunità europea: è lo sdoganamento definitivo del Paese e Soares ne è ancora una volta l”artefice. Diventa presidente per la seconda volta fino al 1996 e poi, fino al 2004, deputato di quel Parlamento europeo che per anni Lisbona aveva dovuto guardare dalla finestra.