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Migranti, accordo Ue sulla ricollocazione volontaria, ma restano gli obblighi del regolamento di Dublino

La barca approdata a Lampedusa

BRUXELLES – I ministri dell’Interno dei Paesi dell’Unione europea hanno raggiunto un primo accordo per la ridistribuzione (volontaria) dei migranti che arrivano via mare, con l’obiettivo di alleviare il peso sui soliti punti di approdo: Italia, Grecia, Spagna, Malta e Cipro.

La ricollocazione dei richiedenti asilo è volontaria ma chi si rifiuta di partecipare è obbligato a
offrire un sostegno finanziario diretto ai Paesi di primo arrivo. Al momento sono dodici gli Stati che hanno dato disponibilità alla ricollocazione ma “la stragrande maggioranza” ha approvato l’accordo.

Solo cinque Paesi Ue, tra cui Polonia, Ungheria e Austria, a quanto si apprende a Bruxelles, si sarebbero chiamati fuori dalla dichiarazione politica in cui i Paesi membri sostengono l’accordo che prevede da una parte la solidarietà, con uno schema volontario di ricollocamento dei migranti, modellato sull’accordo di Malta ma con diversi paletti, e dall’altra la responsabilità, con i regolamenti su Eurodac e sullo screening dei cittadini extra Ue.
Lo schema è volontario, ma con diversi paletti, poiché una volta che un Paese aderisce, poi i ricollocamenti devono essere fatti. In alternativa, chi non partecipa ai ricollocamenti contribuisce in
denaro. Avrebbero detto sì anche Olanda, Belgio, Danimarca e Repubblica Ceca. Si sarebbe spaccato il gruppo di Visegrad, dato che Slovacchia e Repubblica Ceca si sono dette favorevoli al patto, e anche il fronte degli Stati Baltici.

Nei prossimi giorni si riuniranno la Commissione europea con la presidenza francese del Consiglio per mettere a punto la piattaforma di solidarietà e stabilire i numeri, su base annua, di quanti potranno essere ridistribuiti. Secondo alcune anticipazioni si tratterà di diecimila richiedenti asilo. Numeri che il ministro
dell’Interno francese, Gerald Darmanin, non ha voluto confermare in conferenza stampa al termine del Consiglio Interni a Lussemburgo perché non sono ancora stati decisi.

E questo è il principio di solidarietà, su cui gli Stati meridionali insistono da anni. In cambio però, gli Stati nordici (e ovviamente l’ormai ex gruppo di Visegrad) hanno ottenuto che venga adottato anche il principio di responsabilità. Gli Stati di primo arrivo sono tenuti allo screening e alla registrazione nell’Eurodac, il dabatabase delle impronte per richiedenti asilo e migranti irregolari. Lo scopo è arginare i movimenti secondari, ossia quegli spostamenti non autorizzati – ma spesso tollerati dagli Stati di confine – dei migranti verso altri Paesi (in genere approdano nel Sud e si spostano per chiedere asilo nel Nord Europa). Con la registrazione potranno essere rimpatriati verso il Paese di approdo, in attuazione del regolamento di Dublino.

“Il meccanismo di solidarietà obbligatorio per tutti gli Stati membri include oltre una dozzina di Paesi, compresi la Francia e la Germania, che si sono finora impegnati ad applicare un sistema di ricollocazione”, ha spiegato Darmanin. I Paesi che non sono disponibili ad accogliere migranti “dovranno offrire un sostegno finanziario che sarà versato direttamente ai Paesi di primo ingresso”, ha aggiunto il rappresentante della presidenza francese del Consiglio Ue. “Nei prossimi giorni la presidenza francese e la
Commissione europea organizzeranno un incontro della piattaforma di solidarietà per dare espressione concreta a questo storico accordo”, ha annunciato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva
Johansson.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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