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Sebastopoli, Mosca accusa: “Droni subacquei che hanno colpito flotta russa sono partiti da Odessa con tecnologia canadese”. E sempre stop al grano

EPA/ERDEM SAHIN

MOSCA – I droni subacquei utilizzati ieri per attaccare le navi a Sebastopoli pare avessero moduli di navigazione prodotti in Canada. Lo ha affermato il ministero della difesa russo, secondo quanto riporta Interfax. A seguito di nuovi accertamenti, la Russia indica adesso con maggiore precisione i presunti responsabili, dopo che Londra, chiamata in causa, aveva escluso il suo coinvolgimento.

L’analisi della tipologia dei droni subacquei lanciati sulla Crimea è stata possibile perché sono stati trovati pezzi riemersi alla superficie. Per Mosca i droni che hanno attaccato in Crimea hanno utilizzato il corridoio di sicurezza previsto per il trasporto di cereali. Per questo lo stop al grano è stato confermato.

I droni marini che hanno attaccato Sebastopoli sono stati lanciati dalla costa del mare vicino a Odessa. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta la Tass. “Specialisti del ministero della Difesa russo, insieme a rappresentanti di altre agenzie statali, hanno esaminato i moduli di navigazione dei droni marini di fabbricazione canadese. Sulla base dei risultati dei dati recuperati dalla memoria del ricevitore di navigazione, è stato stabilito che i veicoli marini senza pilota sono stati lanciati dalla costa vicino a Odessa”, è stato riferito.

Nessun movimento di merci per il trasporto di grano ucraino nel Mar Nero è stato autorizzato per oggi, ha annunciato il Centro di coordinamento congiunto (Jcc) responsabile della supervisione dell’accordo internazionale firmato la scorsa estate.

“Il 30 ottobre non è stato raggiunto un accordo congiunto sui movimenti di uscita e di entrata delle navi da carico”, ha dichiarato il Centro in un comunicato diffuso nella notte, dopo che Mosca ha sospeso la sua partecipazione all’accordo firmato il 22 luglio a Istanbul, citando un attacco di droni alle sue navi. Il Centro, che riunisce a Istanbul i delegati di Russia, Ucraina, Turchia e Onu, ha dichiarato di essere stato informato dalla Russia delle sue “preoccupazioni per la sicurezza dei carichi” e di averle trasmesse alle delegazioni turca e ucraina.

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